rettore del santuario di oropa

Discorso del Rettore alle Autorità – 25 agosto 2019

Spettabili autorità della città di Biella, Civili e militari, Meno uno! Eh sì, lasciatemi iniziare questo saluto così: meno uno!

Manca un anno esatto all’appuntamento che la storia, nel 2020, dà a ciascuno di noi.

Tra pochi mesi, il 24 novembre, inizierà solennemente l’anno speciale mariano, qualche giorno prima si svolgerà il pellegrinaggio in terra Santa delle due diocesi (Biella e Vercelli), da lì in poi si susseguiranno eventi ed appuntamenti, oltre che liturgici, culturali, musicali, teatrali; se le cose proseguiranno come in questi mesi, anche la grande Basilica che campeggia alle nostre spalle, con l’inizio della prossima estate, sarà riaperta al culto…. Insomma ci aspetta un grande anno che stiamo preparando, per così dire, già da qualche tempo.

A questo proposito non è troppo presto per ringraziare sinceramente alcune persone che sono state fondamentali in questi mesi di lavoro nascosto e anche difficoltoso, ma che, concludendo il loro mandato, stanno per passare il testimone: innanzitutto l’Amministrazione del Santuario uscente che, in questi cinque anni ha preso su di sé la responsabilità di portare il Santuario fino alle soglie dell’Incoronazione, non senza problemi e sfide quotidiane, sfide e problemi, .. direi sorprese difficilmente immaginabili.

Dicevo, ci attende un anno interessante e pieno di lavoro, ma la sfida più importante, anzi la grande occasione che la storia, la Madonna ci offre, diciamo così, su un piatto d’argento e che starà a noi cogliere, sarà la sfida di andare controcorrente, di compiere un’inversione di rotta rispetto al clima in cui siamo immersi.

In questo momento in cui il conflitto, a tutti i livelli (sia politico che istituzionale) sembra essere l’unica modalità di rapporto, in cui stiamo assistendo all’ennesima ipocrisia in cui gli interessi politici sbandierati sembrano veramente aver poco hanno da spartire con i bisogni e le urgenze della gente, in un momento in l’insulto, l’alzare la voce, la denigrazione reciproca, sembrano aver sostituito il dialogo; in cui l’altro e il diverso è sempre visto come una minaccia; un momento in cui le cose fatte da quelli che non sono della nostra parte sono sempre sbagliate, “a prescindere” che siano giuste o sbagliate; un momento in cui le istituzioni, molto spesso si nascondono dietro alla burocrazia e alla sua proverbiale lentezza, per difendere interessi di parte o anche solo per preservarsi dal rischio che ogni incarico di responsabilità comporta,… ecco, proprio in questi tempi in cui si chiudono i porti, si innalzano muri, o dall’altra, per cecità ideologica si fa finta di non vedere i problemi che una certa accoglienza irresponsabile comporta, ecco, noi abbiamo nel nostro piccolo, una grande occasione e quindi una grandissima responsabilità: nel biellese, l’occasione della quinta centenaria incoronazione della Madonna di Oropa ci dà la possibilità, lo ripeto, servita su un piatto d’argento di dare a tutti quanti e, a noi stessi per primi, un segnale forte e contrario che è possibile costruire insieme, arricchirsi vicendevolmente delle proprie diversità ed esperienze. Possiamo testimoniare che si possono prendere decisioni politiche insieme senza distruggersi a vicenda, e che si possono condurre le istituzioni per risolvere i problemi nella legalità e sicurezza e non per crearli.

Questa è la ragione per cui la V incoronazione non è solo un momento religioso dei cattolici biellesi, ma come è nell’autentico e secolare spirito di Oropa, un evento di tutti i biellesi, ma proprio di tutti. Perché sono queste le grandi occasioni in cui possiamo tessere l’unità di un territorio.

Non voglio essere retorico, ma molto pratico: avete visto le immagini del 1920? Sono impressionanti! Guardando la folla festante sui tetti, diciamoci la verità: da una parte ne siamo ammirati, dall’altra chi fra noi che ha delle responsabilità di qualunque tipo, sotto sotto, magari nascondendolo un po’ non è altrettanto se non proprio terrorizzato, almeno inquietato da quelle che subito individua come problematiche di sicurezza, di ordine pubblico, di responsabilità, ecc. (io quando le vedo, penso: ma chissà cosa provava il rettore di allora a vedere quei tetti ricoperti di persone….) Forse non ci saranno 150.000 persone, ma l’organizzazione di quel giorno e degli eventi che lo precederanno non bisogna essere degli indovini per caprie che richiederanno parecchio lavoro e molta competenza.

Ve lo chiedo ufficialmente e nel contempo sinceramente di cuore: aiutiamoci perché dobbiamo dimostrare a tutti che è possibile costruire e, quindi vivere insieme.

… che la Madonna ci aiuti! Grazie

Berchi don Michele

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