Madonna di Oropa

Le Corone per la Madonna e per il Bambino

Regina del monte di Oropa. È così che viene invocata la Vergine di Oropa – spiega don Paolo Boffa, Vicario Generale della Diocesi di Biella – con il titolo di Regina. È così che si propone a noi nella sua integrità la venerata statua di Oropa: è una Regina, con una corona in capo che fa un corpo unico con la statua lignea. Lei stessa, come qualcuno ha fatto notare, si fa trono del Bambino Gesù che porge sul suo braccio: Lui, il Re”.

L’incoronazione del 2020 è un gesto superato? E’ eredità di un altro tempo? Un gesto che, se riproposto oggi, può apparire superficiale e fuori luogo rispetto all’attuale società? La scelta è stata quella di riprendere un gesto della tradizione per riallacciarlo alla contemporaneità, perché possa far sentire coinvolti ed abbracciare tutti, non solo coloro che sono devoti ad Oropa e ai Santuari mariani. Mettere la corona sulla testa della Madonna e del Bambino è affermare che Oropa è di tutti, delle migliaia di persone che ogni anno si recano al Santuario, Biellesi, Vercellesi, Eporediesi, Astigiani…un legame forte, che è molto più di una tradizione e che ha reso Oropa una meta entrata nella consuetudine di tante famiglie, non solo biellesi o piemontesi, ma anche da tutto il mondo.

La Diocesi di Biella e il Comitato Oropa 2020 si sono lungamente confrontati, giungendo alla conclusione che “ogni tempo ha la sua corona”, cioè ha propria modalità di esprimere una caratteristica di affidamento e di riconoscimento del particolare legame che ci lega, tutti, a quell’immagine. Escluso l’utilizzo delle corone conservate nel Museo dei Tesori del Santuario le quali appartengono a un linguaggio liturgico e imperiale che mal parlerebbe all’uomo del nostro tempo, resta la domanda: come progettare due corone che parlino di un gesto di affidamento (a partire dal momento storico ed esistenziale attuale) della gente biellese e dei devoti della Madonna di Oropa? Come fare sì che le corone siano uno strumento simbolico in grado di catalizzare attenzione, affetto, insomma un sincero atto di affidamento alla “Vergine sovrana” e “mistica Signora” e al Figlio che Lei ci offre?

“Oropa è di tutti – continua Don Paolo – nell’immaginario biellese è anche di chi non si riconosce nella chiesa e nei suoi linguaggi. Il gesto di incoronare la Madonna di Oropa non può non tenere conto di questa sensibilità e straordinaria specificità”.

Il gesto dell’incoronazione si fa carico di molteplici componenti: elemento liturgico – pastorale; elemento di evangelizzazione; elemento caritativo: incoronare Maria significa incoronare i poveri e dunque una corona che rimandi agli altri, dunque “la corona come carità” e “la carità come corona”; elemento femminile: tutti abbiamo bisogno di una Madre; elemento popolare: è il gesto di affidamento di tutto il popolo, come può la corona nascere dal popolo perché la senta propria? Perché si riconosca in essa? Come lasciare emergere gli elementi che papa Francesco ama ricordare come “mistica popolare”? (EG 122-126); elemento culturale: le corone vengono a fare parte del patrimonio di storia di un popolo, più che la preziosità si viene a cogliere il significato del gesto rappresentato dal bene prezioso-corona.

A questo proposito, il libro liturgico che presenta il Rito di Incoronazione, detto Benedizionale, spiega cosa si intende per preziosità: “Per il diadema o la corona si usi una materia atta ad esprimere la dignità singolare della beata Vergine; si eviti tuttavia una troppo dispendiosa fastosità, come pure uno sfoggio esagerato di gemme che disdica alla sobrietà del culto o risulti in qualche modo offensivo per quello che è l’umile tenore di vita dei fedeli del luogo”.

La proposta di un concorso nazionale

Alla luce di queste provocazioni è stato approntato con l’Ufficio Nazionale dei Beni Culturali Ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana l’idea di bandire un concorso di idee per la progettazione e la realizzazione di due “corone” per la statua della Vergine Maria e del Bambino Gesù. Responsabile di questo procedimento è la Diocesi di Biella, in collaborazione con l’Ente Laicale di Culto Santuario di Oropa e naturalmente con l’Ufficio CEI Beni Culturali.

Come procederà il concorso? In due fasi.

1. All’inizio dell’anno 2019, è stato presentato agli artisti che operano in ambito nazionale un invito a manifestare interesse per questo bando. Tale manifestazione, con tutto il materiale, è presente sul sito della Diocesi di Biella (www.diocesibiella.it) e ripreso dal sito www.bce.chiesacattolica.it . Gli artisti interessati (sia in forma collettiva di gruppo di artisti, botteghe, ecc… sia in forma individuale) hanno comunicato alla Diocesi di Biella la loro manifestazione di interesse allegando sia il curriculum che un portfolio. Una prima commissione ha valutato le richieste pervenute e in base agli indicatori del curriculum e delle opere realizzate sceglierà almeno sette richieste di partecipazione.

2. Nella seconda fase, gli artisti selezionati potranno iniziare a lavorare sulla base delle indicazioni previste dal bando: è stata prevista un’esperienza conoscitiva ad Oropa, per vivere più da vicino la sua spiritualità e la sua storia. A quel punto gli artisti prepareranno ciascuno, anche sulla scorta della scheda tecnica fornita, il progetto delle due corone. Una seconda giuria valuterà i bozzetti, di cui uno verrà proclamato vincitore e portato a esecuzione. Entro la fine di novembre del 2019 ci sarà la proclamazione del bozzetto vincitore, entro maggio 2020 le Corone saranno consegnate alla Diocesi e poi recate con un gesto di fede e preghiera al Santuario, pronte per la domenica 30 agosto 2020.

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