Tra i progetti delle scuole biellesi per la V Incoronazione, gli studenti della quarta dell’indirizzo Tessile e Moda dell’IIS Quintino Sella hanno scelto di approfondire il tema del Manto della Madonna. Insieme agli insegnanti hanno visitato il laboratorio di restauro dei tessuti antichi a Orta San Giulio, stilando poi una relazione testuale e un video.
Ecco il racconto degli studenti:
«La nostra classe, la 4ª dell’indirizzo Tessile e moda dell’IIS «Q. Sella» di Biella, ha partecipato a una visita d’istruzione al Laboratorio di restauro di tessuti antichi dell’abbazia benedettina «Mater Ecclesiae» gestito dalle suore di San Giulio a Orta. Per raggiungere l’isola misteriosa da lontano ma allo stesso tempo così affascinante dopo giorni e giorni di pioggia, un battello. Dopo una breve navigazione l’attracco al pontile di San Giulio. Ad aspettarci all’entrata del monastero l’accoglienza calorosa di suor Maria Lucia Ferreri. Suor Maria Lucia ci ha accompagnato, a scoprire la vita all’interno del convento, e quindi i numerosi e delicati passaggi del restauro di un tessuto. Nel laboratorio sono impiegate dieci «sorelle» specializzate ciascuna in uno dei vari processi di conservazione delle stoffe consegnate alle sapienti mani che lavorano a San Giulio. Mani che in questi mesi stanno cucendo il manto per la V Incoronazione della Madonna di Oropa. Un’opera collettiva ideata dalla biellese Alessandra Alberto e realizzata con migliaia di ritagli di tessuti che sono stati donati al Santuario mariano da tantissime persone. Un piccolo frammento delle dimensioni di 15 centimetri per 10 è stato preparato per l’occasione nei laboratori della nostra Scuola e farà parte di questo evento in programma nel 2020.
Un tessuto prezioso e antico, quando arriva all’abbazia, segue un rigoroso percorso scientifico che va dalla pulizia con strumentazione all’azoto, all’uso del laser per i fili di metallo prezioso, alla pulitura in vasca dedicata per il lavaggio con i valori di PH da tenere sotto stretto controllo. Controllo, anche se sarebbe più corretto parlare di collaborazione, che è effettuato dalla Soprintendenza archeologica delle belle arti delle sedi regionali dalle quali provengono i manufatti in lavorazione. «Il restauro deve essere reversibile e riconoscibile in qualsiasi momento» ha spiegato suor Maria Lucia affinché venga accettato e considerato valido. Terminati i lavori, nel rispetto del metodo scientifico tutta la documentazione dell’intervento si aggiunge a un raccoglitore che potrà servire per futuri interventi di restauro di paramenti sacri, di labari antichi di società operaie, o abiti di inizio ‘900 e perché no, particolari curiosità, come un cappello che si dice appartenuto a Giuseppe Garibaldi.
È stata un’occasione molto interessante e istruttiva soprattutto per il nostro percorso formativo e ci ha sorpreso molto il sapere che ogni lavorazione e ogni studio è fatto all’interno del convento».