Pietro Magri: La Regina delle Alpi

1920: la Regina dei Monti di Oropa incoronata per la IV volta

Non erano ancora trascorsi due anni dalla fine della Grande Guerra, ma i dubbi sulle effettive possibilità di onorare l’appuntamento centenario erano stati fugati fin da subito. In occasione della seduta del Consiglio di Amministrazione del 21 novembre 1918, appena qualche giorno dopo Vittorio Veneto, la celebrazione della IV Centenaria Incoronazione fu data per certa.

Nel periodo 1918-1920, il Santuario di Oropa visse profondi cambiamenti (anche con l’arrivo dei Padri Redentoristi in qualità di confessori) e superò notevoli difficoltà amministrative e gestionali (conseguenze, tra le altre, dell’ospitalità assicurata a centinaia di profughi provenienti dalle zone dei combattimenti). Sussisteva, inoltre, il grande problema rappresentato dalla “Chiesa Nuova” (Basilica Superiore) ancora lontana dall’essere completata. Malgrado i grandi passi avanti compiuti nel 1918-1919, era chiaro che non sarebbe stata finita per l’agosto 1920. Si imponeva come obbiettivo minimo di raggiungere almeno la quota dell’architrave del pronao per far campeggiare l’iscrizione dedicatoria REGINAE MONTIS OROPAE” e per utilizzare quello spalto per mostrare alla folla l’incoronazione. Nelle tre edizioni precedenti la Statua era sempre stata posizionata in alto, sempre più in alto. Nel 1920 avrebbe toccato l’altezza massima, ma occorreva fare presto.

L’Amministrazione del Santuario di Oropa era composta dal vescovo di Biella, mons. Giovanni Garigliano (presidente), dai canonici Maja (amministratore delegato), Ronco, Tarello e Buscaglia, dal commissario prefettizio avv. Stefano Mastrogiacomo (facente funzioni del Sindaco di Biella), dai laici cav. Carlo Gualino (amministratore delegato), dott. Gilardino, avv. Corte e cav. Piana. Rettore, appena nominato, il can. Alessandro Gromo. Per l’avvenimento del 1920 fu invitato il Papa, Benedetto XV, ma si dimostrò “irraggiungibile”. Tuttavia fu comunque “presente” in spiritu nella persona del suo legato, card. Teodoro Valfré di Bonzo. Fu lui a porre sul capo della Vergine Bruna la corona, mentre cantava il coro di 200 voci della Schola Cantorum Salesiana di Torino. Alla cerimonia presero parte altri due cardinali e sedici vescovi, i rappresentanti delle istituzioni civili e militari (l’esercito era presente anche con alcuni cannoni che spararono al momento più solenne).

Quella del 1920 non fu solo la prima incoronazione a essere fotografata, ma anche la prima a venire ripresa con una cinepresa (le immagini e il filmato di padre Alberto Maria De Agostini sono, specie il secondo, di grande rilevanza storica e documentaria). Durante l’ottavario si contarono ogni giorno decine di migliaia di persone (tante le processioni preparatorie e concomitanti di molte comunità biellesi e non: particolare enfasi fu data a quella di Fontainemore attraverso le montagne) e la domenica 29 agosto 1920 il conto dei pellegrini si fermò a 150.000 circa. I fedeli accorsi quel giorno poterono ascoltare addirittura un’opera musicale composta ad hoc. Don Pietro Magri, infatti, creò l‘oratorio “La Regina delle Alpi” eseguito sotto la sua direzione da una grande orchestra (300 elementi della Scuola di Musica Stefano Tempia di Torino). La Statua fu incoronata con una nuova corona realizzata appositamente dalla ditta Fratelli Bertarelli di Milano.

Danilo Craveia, archivista del Santuario di Oropa

Condividi questo articolo

ARTICOLI CORRELATI

Processione di Fontainemore
Il temporale del 1860 sulla via di Fontainemore
Il canonico di Sant’Orso di Aosta, don Marquis, racconta il nubifragio e la pioggia torrenziale che prese alla sprovvista i pellegrini di Fontainemore sul sentiero...
Zuccagni-Orlandini
Dal 1820 al 2021: il mondo cambia, la fede resta
I programmi delle Incoronazioni messi a confronto grazie ai documenti conservati nell’Archivio storico del Santuario
Cortile
Storie delle Incoronazioni: la macchina organizzativa dell'Ottocento
Fu il teologo, avvocato e canonico Ignazio Marochetti a dare il via ai preparativi con una lunga lettera che è conservata nell’Archivio storico del Santuario

Resta aggiornato
Iscriviti alla newsletter