Discorso del rettore alle autorità nella Festa dell’Anniversario dell’Incoronazione, 28 agosto 2022
Spettabili autorità della città di Biella, Civili e militari,
esattamente un anno fa, eravamo in questa Basilica a fare la storia: a celebrare al cospetto del Delegato Pontificio la V Centenaria Incoronazione della Madonna di Oropa. Ma, converrete, sembra passato molto di più di un anno: il proseguo della Pandemia, questa maledetta guerra che continua a seminare morti e odio, le varie crisi (di governo, energetica e la conseguente crisi economica), .. tutto questo (e molto di più) è successo in questi dodici mesi!
Grazie a Dio però non sono accadute solo cose negative in questo anno, l’estate che sta volgendo al termine, per esempio, qui ad Oropa è stata particolarmente positiva. Un incremento di più del 65% di pernottamenti rispetto al 2020 e quasi del 15% rispetto al 2019, l’aumento di gruppi di pellegrini e di visite giornaliere, così come la grata sorpresa di un notevole e mai visto aumento di stranieri provenienti da tutte le parti d’Europa e del mondo non sono che alcuni degli aspetti positivi di questa estate. Certo, complici il bel tempo e le alte temperature (ma non solo, perché evidentemente le prenotazioni non potevano prevederlo), … insomma è stata, ed è, un’estate movimentata.
C’è un tema poi, che mi è particolarmente caro e che in questa estate è venuto alla ribalta inaspettatamente e che, se mi permettete, vorrei sottolineare in questo mio tradizionale saluto. Si tratta del tema della laicità del Santuario di Oropa; o meglio dell’unicità della natura di questo amato Santuario che ormai da secoli coniuga laicità e fede mantenendole distinte ma mai divise o contrapposte.
Non solo la conformazione dell’organo di governo (il Consiglio di Amministrazione) ne è l’espressione più fedele, ma proprio il modo con cui viene vissuto dai fedeli, dal popolo di Oropa, come a me piace chiamarlo, esprime e difende questa particolarità così attuale e moderna. Non si tratta di un mero equilibrio tra due parti, si tratta piuttosto di un luogo in cui si manifesta una fede capace di abbracciare e valorizzare la laicità e, reciprocamente, di una laicità che valorizza e permette alla fede di esprimersi.
Ma voi mi chiederete: in che senso questa estate ha che fare con tutto ciò? Mi riferisco ad un evento che ancora attualmente si sta svolgendo in Santuario e che, involontariamente ha fatto emergere tale questione. Mi riferisco alla mostra/percorso “le pieghe dell’anima” le cui opere sono ancora esposte negli spazi e negli ambienti di Oropa.
Una mostra laica che traccia ed esprime un percorso di ricerca e di apertura profondamente umane: dalla paura, rappresentata in modo ironico in tutta la sua infantile e grottesca imponenza, fino al desiderio di liberazione rappresentato dale imponenti quanto eroiche ed impotenti ali di Icaro. Non mi interessa naturalmente farne qui la presentazione, ma solo sottolineare quanto sia appropriato che un luogo sacro come il Santuario di Oropa, abbracci ed accolga questo grido così umano che esprime un anelito di liberazione. Chi, più della Madonna di Oropa, conosce le nostre paure e i nostri, a volte, fallimentari e patetici tentativi di rialzarci con le nostre stesse mani? E chi meglio di Lei, aggiungo da fedele del Santuario, sa indicarci Suo figlio come unica vera Via per liberarci dalla paura?
E’ curioso però che a difendere la laicità di questo evento dalla follia che si è scatenata sui social (follia che a volte ha raggiunto il ridicolo, altre volte è stata un po’ … sgarbata) di fatto siano stati il Rettore e alcuni teologi.
Non si sono sentite molte voci laiche a difendere la laicità del Santuario, a dire il vero. Queste invece sarebbero occasioni in cui, chi dice di aver tanto a cuore l’anima laica di Oropa dovrebbe farsi sentire.
Permettetemi di concludere facendo anche una proposta che indirizzo in modo particolare al Signor Sindaco: questa mattina lei ha voluto che ripetessimo quel gesto ai cancelli che è nato un po’ di tempo fa per esprimere la partecipazione del Comune di Biella all’amministrazione del Santuario, proprio in nome di quella laicità che ho cercato di descrivere e che a tutti sta a cuore. Rifaccio quindi pubblicamente ora la proposta che ho fatto a lei in forma privata: non potremmo per il futuro trovare una formula un po’ più moderna e comprensibile di quella attuale? Anche perché oltre che sorpassata pare che sia impossibile comunicarne il vero significato. Sono anni che cerco di spiegarlo, e così anche i miei predecessori: mentre ogni giorno dell’anno, al mattino, i cancelli vengono aperti (diciamo così) dal Rettore, in questa occasione e solo in questo giorno di festa, è il Sindaco che li apre, proprio per ricordare a tutti che il Comune è parte viva e operante del Santuario. È stato detto e ridetto, ma tant’è! Tutti continuano a credere che si tratti della Chiusura dei cancelli per la fine dei pellegrinaggi… pellegrinaggi che in realtà terminano a fine ottobre (quelli biellesi, perché gli altri continuano per tutto l’anno).
Insomma, non possiamo trovare una formula più adeguata ai tempi e abbandonare certe espressioni come “patronato”, come “Comune protettore della Madonna”? Io penso che qualunque biellese che venga qui a farsi proteggere e a chiedere la Sua protezione, che nessuno si senta protettore della Madonna e del Suo santuario. Troviamo una formula che sia bella ed espressiva!
Comprendo che in questo momento della storia, tra guerre e crisi economiche i cancelli, la chiave e questi problemi non possono che apparire ridicoli, ma proprio per questo troviamo una forma che esprima più seriamente ciò che invece ridicolo non è: la bellezza e l’unicità di questo Santuario che coniuga fede e laicità e quindi apertura e accoglienza verso tutti coloro che proprio in questi tempi hanno un forte bisogno di trovare luoghi di speranza come questo.
Per questo e per tutto il lavoro fatto insieme quest’anno, a nome di tutto il Santuario esprimo a tutte le autorità presenti il mio ringraziamento e un augurio per continuare a lavorare insieme per il bene del Santuario di Oropa e del Biellese.
Grazie
Il rettore don Michele Berchi