Nel solco di quanto già richiamato per le prime due incoronazioni, ecco altri quattro personaggi di rilievo collegati alle ultime due.
Per il 1820 non ci sono dubbi sulla personalità più rilevante da indicare. A Vittorio Emanuele I, all’epoca sovrano del Regno di Sardegna e primo (e unico) re sabaudo (e italiano) a presenziare a un’incoronazione, abbiamo già fatto cenno. Idem per quanto riguarda l’architetto della “machina”, ossia Nicola Martiniano Tarino. Allora possiamo suggerire qualche notizia circa Bernardino Bollati, allora vescovo di Biella. Nato a Cardè, presso Saluzzo, l’8 aprile 1762, frate francescano (ordinato il 19 febbraio 1785), era stato creato vescovo della rinata Diocesi di Biella nel 1818 e vi era entrato il 25 aprile del 1819. Morì in carica l’11 giugno 1828. Gli era stato affidato il compito di ricostruire una diocesi giovane (costituita nel 1772), ma subito soppressa a favore di quella di Vercelli da cui derivava. Fu lui a celebrare i riti della Terza centenaria Incoronazione, in un momento dal forte connotato simbolico per i tanti devoti biellesi.
Frate Bernardino Bollati, vescovo di Biella. Il ritratto si trova in episcopio.
Vittorio Modesto Paroletti, invece, fu il cantore principale della festa solenne. Avvocato, nato a Torino nel 1765 e ivi morto nel 1834, il Paroletti fu l’autore del “Ragguaglio istorico della chiesa, cappelle ed edifizi di nostra signora d’Oropa”. Sul suo lavoro la “Gazzetta Piemontese” di quel periodo scrisse: “Il lavoro dell’Avvocato Paroletti è diviso in sei capi; principia col parlare dell’ antica città di Biella e dei monti che la circondano; narra poscia l’origine e l’ istoria del celebre Santuario, descrive le varie parti dell’augusto monumento, accenna le vicenda dell’amministrazione di esso, e narra le feste dei due centenarii del 1620 e 1720, e passa a descrivere i preparativi per quello di quest’anno; quindi dopo un saggio statistico della provincia di Biella, termina con un epilogo di tutta l’opera”.
Modesto Paroletti ritratto da Benoît Pécheux nel 1810 (fonte www.artnet.com)
Per il 1920 non si può non soffermarsi su monsignor Teodoro Valfré dei conti di Bonzo. Nato a Cavour nel 1853, fu vescovo di Cuneo, Como e Vercelli (1905), poi nel 1916 fu trasferito a Trebisonda, cioè a Trabzon, in Turchia e nominato nunzio apostolico nell’Austria-Ungheria (compito non facile in quel momento storico). Creato cardinale del titolo di Santa Maria Sopra Minerva nel dicembre del 1919, divenne prefetto della Sacra Congregazione per i Religiosi nel marzo del 1920. In qualità di legato pontificio, fu lui a incoronare la Madonna d’Oropa per quarta volta sull’architrave della Basilica Superiore. Morì a Roma il 25 giugno 1922.
Monsignor Teodoro Valfré dei conti di Bonzo ritratto tra i suoi predecessori e successori nell’episcopio di Vercelli.
A un altro uomo di Chiesa si deve la più rilevante testimonianza del grande evento di un secolo fa: il filmato in 35 mm che è ancora possibile vedere per scoprire molto di quella giornata memorabile. Per avere un’idea di chi sia stato Alberto Maria De Agostini (nato a Pollone nel 1883 e morto a Torino nel 1960, fratello del geografo Giovanni fondatore dell’omonimo istituto geografico) basta leggere la presentazione riservatagli da Wikipedia: presbitero (salesiano), geografo, esploratore, alpinista, cartografo, fotografo, etnologo, scrittore, cineasta e naturalista. La sua ampia e meritata fama si deve alle documentatissime esplorazioni nella Patagonia e nella Terra del Fuoco tra il 1913 e il 1955.