Elemento notevole nelle quattro Incoronazioni è quello della presenza costante, anzi imprescindibile, della musica. Non era pensabile, né possibile, incoronare la Vergine Bruna senza la musica.
E non solo perché la musica era parte integrante della liturgia cattolica “normale” e del cerimoniale previsto per grandi e articolate funzioni “speciali”, come quella dell’incoronazione oropense. La musica “doveva” (e dovrà) esserci perché quelli furono e saranno momenti di aggregazione, di socialità e di festa.
La cronaca dell’evento del 1620 ci è tramandata dall’opera dell’avv. Carlo Antonio Bonino del 1659 “Historia della Madonna Santissima d’Oropa ne’ monti della città di Biella nel Piemonte“. In quelle pagine si legge che: “havendo pertanto li Signori Biellesi già molti giorni avanti risoluto d’applicarsi a tutte le solennità possibili, fecero venire dà diverse Città buon numero d’eccellentissimi Musici, et in particolare dà Torino dieci valenti Trombetti…“. Altri arrivarono da Vercelli. Sabato 29 agosto in città si fecero suonare le campane a distesa e, mentre da tutte le torri si sparavano continuamente fuochi artificiali, “diedero fiato nello tempo ai luoro canori oricalchi col tocco d’allegre melodie li Trombetti, rendendo tutti i Divoti concorsi ancorché stracchi del viaggio, impatienti di fermarsi ne’ luoro alberghi; onde incaminandosi fra le luminose faci, e dolcissimi concerti, cantando tutti lode a Maria, in un continuo echo di giubilo…“. Lungo il tragitto verso Oropa, durante la processione da Biella della domenica mattina, tante “cittelle“, cioè bambine piccole, cantarono camminando, mentre altre erano state dislocate vestite di bianco tra gli alberi sul ciglio della strada in pittoreschi gruppi canori infantili. Anche la domenica la musica fu protagonista. Durante la processione del Simulacro, dietro al vescovo di Vercelli e le autorità civili, seguiva “la Musica, le Trombe, et infinito numero di popolo“.
Nel 1720 la componente musicale fu ancora più rilevante e la descrizione di quei giorni, redatta dal rettore del Santuario di Oropa, canonico Pietro Beltramo, nella raccolta intitolata “Il centenario dell’Incoronazione di Nostra Signora d’Oropa“, stampata nel 1721. Ben 42 musicisti, provenienti da tutto il Piemonte e anche dalla Lombardia, si diedero appuntamento a Oropa. Il canonico Beltramo ritenne opportuno sottolineare che “la Musica ben ordinata è l’anima più spiritosa d’ogni più solenne Fonzione“. Buona parte della gente salita per la cerimonia dovette trascorre la notte tra il 24 e il 25 agosto all’aperto (alla fine si contarono 80.000 persone). Teneva loro compagnia la musica. La musica, anche a tarda sera e durante la notte, era ovunque, “ufficiale” o meno che fosse. Domenica, giorno dell’Incoronazione, il pontificale celebrato dal vescovo di Vercelli fu annunciato dalla “Armonia d’Angelica Musica“ e nobilitato dalla “naturale magia dell’Armoniche voci, e de’ Musicali stromenti, accompagnando con agiustati concerti la Sagrosanta Fonzione“. E anche nei giorni seguenti, nello svolgimento dell’ottavario solenne con tutte le sue articolazioni liturgiche, i musicisti continuarono a “dare il tempo” a tutto l’apparato.
Danilo Craveia, archivista del Santuario di Oropa