Omelia del Vescovo di Biella Mons. Roberto Farinella per la Festa dell’anniversario dell’Incoronazione della Madonna di Oropa
Carissimi fratelli e sorelle, distinte Autorità, cari amici,
questa Santa Messa, che abbiamo la gioia di celebrare in questo maestoso tempio, si inserisce nella ricorrenza liturgica della dedicazione delle Basiliche di Oropa, e prosegue, in un certo modo, l’anno giubilare mariano, che era stato convocato per onorare la Vergine Maria, Regina del Monte di Oropa, nella ricorrenza della V Centenaria Incoronazione, avvenuta esattamente un anno fa. Oggi torno a ringraziare con voi il Signore per averci dato la grazia di aver potuto Incoronare per la V volta nella nostra storia l’effigie santa e benedetta della nostra amata Regina di Oropa.
Non ignoro il sacrificio e la dedizione con cui è stato preparato l’evento qui in Santuario come nei sagrati diocesani che resero tutta la nostra terra, un unico e grande cuore di fede e di preghiera. Sono innumerevoli le grazie che abbiamo ricevuto, specialmente nell’aspetto spirituale per i doni che Maria ha elargito nei nostri cuori. Ma sono anche tanti i doni che abbiamo visto realizzarsi, in forma di collaborazione, di aiuto, di dialogo costante tra la comunità cristiana e quella civile. Mi ha riempito di emozione conoscere il fervore con il quale Maria è stata salutata e invocata da tanti fedeli biellesi e dai tanti altri fedeli o semplici visitatori giunti da varie provenienze nei giorni dopo l’Incoronazione, per affidarsi a Maria, ed ammirare lo splendore che emana il suo Volto e quel del Divin Figlio, incoronati e adornati di una veste di grazia e misericordia per tutti.
Una vera peregrinazione da tutti gli angoli del nostro Paese e non solo, che anche quest’anno sta continuando grazie al fatto che la sacra effigie della Madonna Nera da alcune settimane ormai è stata nuovamente riportata in questa Basilica. Lo scorso anno in questo giorno la parola chiara e forte pronunciata dal Cardinale Giovanni Battista Re, che a nome del Santo Padre, presiedeva il sacro rito, ci ricorda il grande valore e il dono inestimabile che a vegliare sul nostro Popolo abbiamo un Madre e Regina, che sempre ascolta la supplica dei suoi figli. Il cardinale impegnato a Roma per il Concistoro mi ha chiesto di portare il suo saluto e la sua gratitudine per aver potuto vivere con noi i giorni centrali dell’Incoronazione.
Carissimi, ritornando con la memoria del cuore alla secolare Incoronazione, e mentre con i nostri occhi fissiamo l’effigie della Beata Vergine Maria, vorrei semplicemente che dal grande evento che abbiamo vissuto, accogliessimo come insegnamento questo: alcuni piani e aspetti della realtà non si colgono a occhio nudo, “ma solo con l’ausilio di una luce speciale”.
La Chiesa possiede, grazie alla parola di Dio, un’immagine diversa della realtà del mondo, l’unica definitiva, perché ottenuta con la luce di Dio. Essa non può occultare tale immagine. Deve diffonderla, senza mai stancarsi, renderla nota agli uomini, perché ne va del loro destino eterno. È l’immagine che alla fine resterà quando sarà passato lo schema di questo mondo”.
E Maria, per prima, “ha messo a nudo questo radicale cambiamento di prospettiva di vedere le cose di questo mondo”. Il rovesciamento da Lei prospettato “deve avvenire anzitutto nell’intimo di chi ripete nel suo cuore il Magnificat e prega con esso”.
“Dio – canta Maria nel Magnificat – ha rovesciato i superbi nei pensieri del loro cuore”.
Dio tiene a distanza i superbi e innalza fino a sé gli umili e i piccoli; sta più volentieri con i bisognosi e gli affamati che lo tempestano di suppliche e di richieste, che non con coloro che sazi di tutto non hanno bisogno di lui e non gli chiedono nulla. Maria ci esorta, con dolcezza materna, a imitare Dio, a far nostra la sua scelta. Io dove guardo? Verso il basso, dove ci sono miseria, bisogno e povertà? O verso l’alto, verso chi mi può aiutare e risollevare dalla mia condizione?
Il Magnificat è una “meravigliosa scuola di sapienza evangelica. Una scuola di conversione continua”. “Maria continua a magnificare il Signore per tutte le generazioni; la sua voce sostiene e trascina quella della Chiesa“. Chiamati quindi a rovesciare le prospettive delle nostre logiche: impariamo da Maria ad avere uno sguardo di misericordia verso chi è nel bisogno e si attende da noi una parola di speranza; poveri e anche noi in ricerca della vera felicità impariamo da lei a innalzare il nostro sguardo per chiedere a Dio di essere consolati e aiutati a crescere nel suo amore.
Il Magnificat è una “meravigliosa scuola di sapienza evangelica. Una scuola di conversione continua”. “Maria continua a magnificare il Signore per tutte le generazioni; la sua voce sostiene e trascina quella della Chiesa”. Incoronando la nostra Madre riconosciamo che ci vuole bene, partecipando alla sua regalità, come figli, condividiamo con lei, il mistero della misericordia e della vicinanza a tutti i fratelli, con gioia. S.L.G.C.
Mons. Roberto Farinella