Carissimi fratelli e sorelle,
desidero innanzitutto dire la bellezza del volto di questa piazza questa sera che è rappresentata da tutti voi. Vi saluto con affetto e uno speciale saluto rivolgo a monsignor Gervasio Gestori, vescovo emerito di San Benedetto del Tronto – Ripatransone e Montalto, che riveste incarichi per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le chiese e che ha voluto partecipare a questa Veglia, e con lui tutti i sacerdoti e i religiosi e gli amici venuti anche da altre Diocesi.
Ci riunisce questa sera la festa di Pentecoste: cinquanta giorni dopo la Pasqua, celebriamo questa solennità, in cui ricordiamo la manifestazione della potenza dello Spirito Santo, il quale – come vento e come fuoco – scese sugli Apostoli radunati nel Cenacolo e li rese capaci di predicare con coraggio il Vangelo a tutte le genti (cfr At 2,1-13).
Il mistero della Pentecoste, che giustamente noi identifichiamo con quell’evento, vero “battesimo” della Chiesa, non si esaurisce però in esso.
La Chiesa infatti vive costantemente della effusione dello Spirito Santo, senza il quale essa esaurirebbe le proprie forze, come una barca a vela a cui venisse a mancare il vento.
La Pentecoste si rinnova in modo particolare in alcuni momenti forti, a livello sia locale sia universale, sia in piccole assemblee che in grandi convocazioni.
La Chiesa conosce innumerevoli “pentecoste” che vivificano le comunità locali: pensiamo alle Liturgie, in particolare a quelle vissute in momenti speciali per la vita della comunità come le cresime, nelle quali la forza di Dio è percepita in modo evidente infondendo negli animi dei nostri giovani gioia ed entusiasmo. Questa sera viviamo un momento importante nel quale tutti giungiamo con la gioia nel cuore per aver collaborato a rendere manifesto quello che lo Spirito del Signore suscita nel cuore delle persone e di interi gruppi che vivono il bene in mezzo a noi, nel silenzio. Cari cercatori, cari amici: avete aderito all’iniziativa VitaminaBi, tutta la forza del bene, oggi abbiamo ammirato tutto questo sforzo; non stancatevi di continuare ad infondere speranza nel cuore delle persone che incontrate perché come dice l’antico adagio: fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce, ebbene sappiamo che quella foresta anche adesso sta crescendo grazie ad ogni vostro gesto di amore!
Tante “pentecoste”, dunque, si compiono nella Chiesa: pensiamo anche a tanti convegni di preghiera, ai momenti di missione, alla gioia della vita comunitaria condivisa al centro estivo o in oratorio, nei quali i giovani sentono chiaramente la chiamata di Dio a radicare la loro vita nel suo amore, anche consacrandosi interamente a Lui.
Cari giovani, il Signore vi chiama a seguirlo, non tiratevi indietro andate da Lui, fatevi accompagnare dai vostri sacerdoti, guardate con amore Cristo ed Egli vi indicherà la strada per camminare con i fratelli. Non c’è alcun peccato che non sia perdonato. Lo Spirito Santo scendendo come fuoco vivo illumina le nostre coscienze, arde nel nostro cuore e brucia tutto ciò che è secco. Se nel vostro cuore vi sono fatiche, brutture, paure, aprite il cuore a Cristo, invocate il suo perdono ed Egli vi darà la sua pace. Fate una confessione frequente, vivete nel mondo, ma non siate del mondo: per questo vi invito a coltivare nell’umiltà una vera vita di preghiera.
Non c’è dunque Chiesa senza Pentecoste. E vorrei aggiungere: non c’è Pentecoste senza la Vergine Maria. Così è stato all’inizio, nel Cenacolo, dove i discepoli “erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la Madre di Gesù, e ai fratelli di lui” – come ci riferisce il libro degli Atti degli Apostoli (1,14). E così è sempre, in ogni luogo e in ogni tempo. Ne siamo testimoni ogni volta che saliamo al Santuario di Oropa. Che cosa vive, infatti, quell’immensa moltitudine di pellegrini, in un santuario mariano, dove tutti siamo un cuore solo e un’anima sola? E’ una rinnovata Pentecoste. In mezzo a noi c’è Maria, la Madre di Gesù. E’ questa l’esperienza tipica dei grandi Santuari mariani o anche di quelli più piccoli anche nel nostro territorio: dovunque i cristiani si radunano in preghiera con Maria, il Signore dona il suo Spirito.
Cari amici, in questa festa di Pentecoste, anche noi vogliamo essere spiritualmente uniti alla Madre di Cristo e della Chiesa invocando con fede una rinnovata effusione del divino Paraclito. La invochiamo per tutta la Chiesa, in particolare, in questo anno mariano speciale, che questa sera ho la gioia di annunciare, che inizierà con la festa di Cristo Re dell’Universo il 24 novembre di quest’anno e si concluderà il prossimo anno, l’8 settembre 2020; Sarà con gioia uno speciale anno dedicato all’incoronazione della Vergine Maria quando saliremo ad Oropa, per compiere questo grande atto di omaggio e di fede a Maria. Per tutti i ministri di Dio e per tutto il nostro Popolo sia un anno speciale di abbandono alla volontà di amore di Dio, sperimentando la grazia della presenza di Maria, affinché il messaggio della salvezza sia annunciato a tutte le genti.
Desidero vivamente ringraziare quanti si sono prodigati in questi giorni nell’allestire e dare vita all’iniziativa di oggi, coronamento della ricerca del bene nella nostra comunità. In particolare don Filippo Nelva, vicario per la pastorale con la Caritas e tutti i suoi collaboratori, anche tutti i ragazzi, i gruppi, le persone che hanno partecipato a questa iniziativa così significativa.
Vorrei anche portare il saluto di mons. Gabriele Mana, nostro Vescovo emerito che oggi era impegnato con le ordinazioni a Torino ma ha voluto rendersi presente manifestando il suo saluto e la sua particolare partecipazione all’evento.
Un sincero ringraziamento a tutte le autorità pubbliche e ai distinti ospiti per l’aiuto e l’apporto realizzato in questo giorno.
Il Signore benedica tutto questo Popolo che cerca il Signore e che loda Dio con voci di gioia, che invoca Maria, Regina!
Mons Roberto Farinella, 8 giugno 2019