Quali furono le musiche che animarono l’Incoronazione della Madonna di Oropa nel 1820 e nel 1920?
Dal Te Deum alla Regina delle Alpi, ecco cosa ci racconta l’archivio del Santuario…
Dal volume “Terza Secolare Incoronazione del Simulacro di Maria SS. d’Oropa illustrata con panegirici analoghi alla solennità“, pubblicato dal sacerdote professor Ippolito Tagliotti nel 1821, si scopre come andarono le cose nel 1820. La musica fu ancora una volta protagonista. Durante la messa mattutina di domenica 27 agosto, “a sinistra eravi la grande orchestra” che a un certo punto fece “echeggiare il solenne Te Deum“. Incoronata la Madonna Nera, nel pomeriggio si tornò in chiesa dove il vescovo di Biella, mons. Bernardino Bollati, pronunciò la sua omelia, “dopo la quale cantatesi le litanie della Vergine messe in musica dal maestro Turrina, ebbe S. Eminenza a compire i pontificali della benedizione col SS., cantandosi dal chiarissimo Professore Testori, Soprano, l’armoniosissimo concertato Tantum Ergo“. Dovrebbe trattarsi del celebre Angelo Testori, soprano castrato, nato verso il 1770 e morto nel 1844. La musica continuerà a risuonare in ogni momento solenne (e non) nei giorni successivi. Il citato Turrina fece “sentire sino al giovedì nuova musica sempre dotta, e grave“. E tutti i musici “diedero nel suono de’ rispettivi istromenti prove di somma maestria, e valore, e sostennero la riputazione della Regia musicale Cappella“.

Altrettanto interessanti sono le vicende musicali che hanno caratterizzato l’ultima secolare incoronazione, quella del 1920. Il programma delle funzioni e dei festeggiamenti si può leggere sul “Eco del Santuario d’Oropa” o sui giornali dell’epoca. Protagonista di allora fu senz’altro don Pietro Magri (1873-1937) che compose appositamente l’oratorio “La Regina delle Alpi” che eseguì per la prima volta domenica 29 agosto dirigendo i 300 elementi dell’orchestra reclutata alla bisogna, molti dei quali provenienti dall’Accademia Stefano Tempia di Torino). L’oratorio dedicato alla Regina delle Alpi è una rilettura suggestiva della storia più antica di Oropa, tra tradizione eusebiana, mariologia e confronto storico. La partitura di don Magri dava voce ai versi di don Domenico Arnoldi. L’accompagnamento musicale “ufficiale” fu affidato alla “Schola Cantorum Salesiana” di Torino. Si esibì diverse volte e, la domenica, si misurò anche con la “Missa Papae Marcelli” del compositore cinquecentesco Giovanni Pierluigi da Palestrina impiegando un coro da 200 voci. Per avere ragguagli in dettaglio sull’oratorio di don Magri (articolato su 9 temi principali e 5 secondari, e strutturato secondo 22 parti specifiche con musica e voci interagenti tra di loro) si può consultare l’analisi del canonico Nelson Sella pubblicata sul citato “Eco del Santuario d’Oropa” nel 1920. Così come sullo stesso periodico si trova la “cronaca” di quella prima esecuzione cui assistettero 150.000 devoti (che lungo tutto l’ottavario superarono quelli del 1820, fino a risultare nuovamente più di 50.000 la prima domenica di settembre, per la chiusura della ricorrenza).
Danilo Craveia, archivista del Santuario di Oropa
Scopri le informazioni sul concorso musicale per le musiche del 2020