processioni prima incoronazione

Le processioni della Prima Incoronazione

Il fenomeno devozionale delle processioni verso il Santuario di Oropa si manifestò in tutta la sua imponenza già in occasione della Prima Incoronazione, il 29-30 agosto 1620.

Dalla Breve relatione di Bassiano Gatti si apprende che “sovragionto il ventesimo nono d’Agosto, che fù il giorno immediato avanti la Coronatione cominciarono ad arrivare da Vercelli, et altri luoghi diverse compagnie de’ Disciplini, et somigliantemente molte Terre, coi loro Curati procesionalmente tutti cantando lodi alla celeste Diva, che mano, in mano erano con cortessimo [cortesissimo, n.d.a.] affetto dalli deputati alle porte della Città ricevute”.

Nell’organizzazione dell’evento, Biella svolgeva il ruolo di “campo baso” prima della effettiva salita al monte. Le processioni strutturate (confraternite e comunità guidate dai rispettivi pastori d’anime) erano attese e “gestite” dapprima in città fin dal giorno di sabato. “Indi, con molta Carità, et bellissimo ordine venivano accompagnati alla Chiesa della Beata Vergine; per questo affare tutta di panni di setta tappezzata, nel rimanente nobilissimamente addobbata, e d’indi à loro preparati alloggiamenti”.

Dopo la visita a Santa Maria del Piano (l’attuale Duomo) lo “staff” si occupava di distribuire i pellegrini. L’ospitalità in città era controllata in modo che nessuno dovesse arrangiarsi da solo, ma si trattava comunque di sistemare non meno di 20.000 persone in una Biella che non superava gli ottomila residenti. Una bella sfida! Non bastarono le osterie e nemmeno le case dei privati aperte agli ospiti per l’avvenimento, tant’è che anche i monasteri cittadini e i villaggi del contado furono chiamati a fare la propria parte per quell’afflusso mai sperimentato.

Nel frattempo, a Oropa, c’erano altre 10.000 persone che si erano già portate in loco. A mezzanotte “le Compagnie alloggiate in Biella, et ne vicini luoghi s’erano incominciate ad incaminarsi alla volta del Sacro Monte in tanto numero, et con tante accese facelle, che parea la Terra havesse tanti lumi, quanti ne tiene il Cielo, et che tutte le strade fossero divenute celesti lattee [come a dire vie lattee, n.d.a.]”.

Quella prima immensa processione comune notturna illuminata da improvvisati, spontanei falò lungo la via, non poteva che destare meraviglia e il cronista testimone la paragonò alla “rilucente colonna, che precedeva l’essercito Hebreo mentre che sciolto dal duro Impero di Faraone marciava nel notturno silentio per gli ampi, e deserti calli di Egitto”. E, infine, la gente di Biella dove nella mattinata di domenica “formossi nobilissima, et numerosissima Processione, nella quale intravenne tutto il Clero secolare, et regolare, tutti gli Disciplinanti, le scole della Dottrinata, e la Compagnia del Santissimo Rosario, et altre ottimamente ordinate, levossi dalla Colleggiata di Santo Steffano, et a Cossila s’unì con il Piazzo incaminandosi di lungo benissimo schierata al Sacro Monte”.

Ancora una volta il buon cronista si dichiarava stupefatto dalla folla, ma soprattutto dall’ordine che, incredibilmente, regolava lo svolgimento delle processioni.

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