Un secolo di scuola a Oropa

La scuola di Oropa: un secolo di storia e di esperienze nel cuore del Santuario, dal 1873 al 1978

L’Incoronazione del 1920, la quarta, secolare, dal 1620, fu un grande momento di fede e di festa. Chissà come la videro gli occhi dei tanti bambini presenti, e che ricordo serbarono di quei giorni. Quei giorni ebbero come testimoni anche alcuni fanciulli speciali, ossia gli alunni della scuola elementare del Santuario di Oropa. Chi conosce e frequenta Oropa da “qualche primavera” sa dell’esistenza di quella piccola scuola, ma i più, specialmente i pellegrini non biellesi o stranieri,  non sono a conoscenza di un’esperienza didattica e umana di grande importanza. Qui di seguito, in sintesi, è raccontata la storia di quella realtà che è stata parte della storia oropea per tutto un secolo.

Lo Statuto del 1868 e la nascita dell’Ospizio di Oropa

Contrariamente a quanto avvenuto negli altri più importanti santuari biellesi (a Graglia, San Giovanni Battista d’Andorno, all’Annunziata della Brughiera e a Banchette di Bioglio), dove l’attività didattica primaria era iniziata nel XVIII secolo, in epoca napoleonica o, almeno, prima della metà dell’Ottocento, la scuola del Santuario di Oropa ebbe un esordio tardivo. Non solo: mentre altrove la necessità di una scuola per i bambini del territorio “di competenza” fu sentita e affrontata spontaneamente (per mezzo di filantropiche iniziative di privati o semplicemente sfruttando la cultura del personale religioso dedicato al santuario), le aule di Oropa furono aperte con l’unico scopo di salvare il santuario dalla soppressione prevista con le leggi sull’incameramento dei beni ecclesiastici a favore del Regno promulgate nel 1867. Il 26 marzo 1868 fu approvato uno statuto che, laicizzandone di fatto l’amministrazione, manteneva in vita il Santuario di Oropa immunizzandolo dal rischio di essere soppresso, ma che lo trasformava in un ospizio. Il mutato ordinamento prevedeva, oltre alla gratuità dell’ospitalità per i pellegrini e dell’assistenza agli indigenti, anche “l ‘istruzione primaria mediante apposita scuola” da istituirsi a carico dell’Ospizio di Oropa. In senso storico prima di questo dispositivo non si sono rinvenute tracce né di esperienze di insegnamento né di volontà di istituirne: all’origine della scuola di Oropa sta quindi l’adeguamento (neppure troppo tempestivo) alla normativa allora vigente.

L’apertura della scuola di Oropa nel 1873

Che però l’avvio dell’attività didattica non fosse una priorità si evince dal fatto che, malgrado il succitato statuto fosse perentorio e i piccoli alpigiani fossero costretti a valicare la conca o a scendere a valle per poter frequentare una scuola (e molti, probabilmente, per le disagevoli condizioni evitavano di andarci), la scuola di Oropa non fu aperta nel 1868 e tanto meno nell’anno seguente. Si ha notizia del regolare svolgimento delle lezioni solo a partire dall’inverno 1873-1874. A onor del vero va detto che, al fine di ottemperare all’obbligo morale e legale insito nello statuto del 1868, nel 1871 la Commissione Amministratrice dell’Ospizio di Oropa aveva dato incarico a tale don Bodoira, sacerdote collegiale con patentino da maestro elementare, di adoperarsi per allestire una scuola (individuare un locale idoneo, reperire gli arredi, ecc…). I lavori preparatori andarono per le lunghe evidentemente e si arrivò per l’appunto all’autunno del 1873.

I primi anni di insegnamento elementare a Oropa non furono facili né mancarono le opposizioni anche in seno alla Commissione Amministratrice dell’Ospizio. Nella seduta del 22 settembre 1876, l’amministratore avv. Luigi Bracco, nella discussione intorno ad un nuovo statuto dell’ente (che verrà approvato nel 1878), sulla scuola del Santuario si espresse in questi termini: “quattro o cinque fanciulli che la frequentano tre o quattro mesi all’anno, e non tutti gli anni. Insomma, giova non parlarne. La scuola dell’infimo dei Comuni del Circondario ha ben maggiore importanza di quella…“. Eppure, le aule rimasero aperte e il maestro don Serafino Novelli, in data 29 settembre 1878 a Postua, relazionò sull’andamento delle lezioni per l’anno scolastico 1877-1878. Dal suo scritto si apprende che: “apertasi detta scuola al mese di dicembre, fu tosto frequentata da sette allievi, cinque maschi e due femmine, che senza interruzione vi intervennero sino al mese di maggio, nel quale il numero della scolaresca ascese a ventidue tra maschi e femmine“. Il cappellano don Novelli, che non fu riconfermato nella sua funzione religiosa e nemmeno in quella di maestro per l’anno seguente, dichiarò inoltre che i primi sette alunni erano del tutto analfabeti e che “il numero degli scuolari alla fine della scuola discese a nove” perché gli altri si assentarono “per attendere la cura dei fieni“. Infine, “la scuola è stata aperta fino alli 10 di maggio con tre ore di insegnamento continue, compresi anche i giorni di vacanza“.

La prima maestra della scuola di Oropa: la signorina Festa

Sebbene il Regolamento sottintendesse che il compito didattico fosse affidato a personale religioso (“art. 63 All’Ufficio di Maestro sarà sempre preferito quello dei Cappellani o Sacerdoti Collegiali che sarà munito di patente“), di fatto non escludeva la possibilità che ad insegnare fossero posti dei laici. Fu così che a don Novelli subentrò Eleonora Festa, la prima maestra delle scuole di Oropa. La signorina Festa, quarantaduenne proveniente da Torino, assunse l’incarico il 26 ottobre 1878. È interessante notare come la scuola del Santuario di Oropa, oltre a essere mista, era anche piuttosto elastica per quanto riguarda l’età dei frequentanti. Nell’agosto del 1879 gli alunni ammessi agli esami furono 31 e comprendevano bambini di nove anni e bimbetti di nemmeno tre. Ciò significa che non di sole elementari si trattava, ma anche di un asilo infantile.

I 25 anni della signora Beltrami e le altre maestre

La maestra Festa rimase ad Oropa per circa due anni. Nell’anno scolastico 1880-1881 Angiolina Beltrami era già la nuova insegnante. La sua permanenza fu una di quelle tipiche delle maestre di una volta: cinque lustri dietro la stessa cattedra (che aveva ereditato quasi cinquantenne) tenuta regolarmente fino il mattino del giorno in cui morì, a settantatre anni, nel marzo del 1904. Una sua relazione del 17 agosto 1888 alla Commissione Amministratrice dell’Ospizio tramanda che le scuole quell’anno furono chiuse il 31 luglio, dopo gli esami, che furono attivate solo le prime due classi, che i “discenti” erano piuttosto piccini e che “per la gran neve caduta e per la rottura del ponte sull’Oropa, i fanciulli che abitano le cascine a Prato nuovo non poterono intervenire alla scuola”. La nevicata eccezionale cui fa riferimento la signora maestra è quella del febbraio del 1888 che fu immortalata in una foto di Simone Rossetti. La maestra Beltrami ci tenne infine a far rilevare che “l’insegnante adoperassi, come sempre, perché l’educazione del cuore mirasse al migliore svolgimento della volontà e dello intelletto: a tale scopo invocò il sussidio della Religione come base ed ispiratrice dell’ordinamento educativo“, perché era consapevole del fatto che “il maestro è l’amministratore del capitale più prezioso che abbia la società“.

Alla morte di Angiolina Beltrami assunse il suo posto la signorina Adelina Amosso che però lasciò Oropa nel 1907 per diventare suora salesiana. Alla fine di quell’anno scolastico la maestra Amosso accompagnò “in gita” i suoi alunni fino a San Giovanni d’Andorno. Nel 1908 Rina Ramella era alla guida della scuola e vi rimase per circa dieci anni. Fu quello un periodo sereno. La vita della scuola di Oropa era scandita dalle stagioni, che in quota avevano maggior influenza sulla frequenza alle lezioni, e dalle premiazioni per gli allievi meritevoli, cerimonie tradizionalmente indette la sera della vigilia della solennità della Presentazione di Maria al Tempio. Gli alunni, tra l’asilo e le prime tre classi delle elementari, erano in media una trentina, e tutti quanti ottenevano risultati lusinghieri al momento di passare ai livelli superiori in vallata o in città. “Qualcuno potrà chiedersi meravigliato quale sia o possa essere una scuola in tutta regola qui al Santuario” – si legge sull’Eco del Santuario del novembre 1911 – eppure anche quest’istituzione vigoreggia con una trentina, e magari più, di allievi, con una maestra diplomata e stipendiata, con un programma scolastico governativo e mille altre cose“.

Lo scoppio della Grande Guerra: i giovani profughi nella scuola di Oropa

Allo scoppio della Grande Guerra il bel quadretto cambiò e la presenza di una scuola al Santuario di Oropa dovette essere considerata un dono della Provvidenza. Il complesso santuariale fu uno dei luoghi del Biellese che maggiormente sperimentò direttamente l’effetto dello stato di belligeranza, pur trovandosi così lontano dal fronte. Oropa fu infatti “invasa” da centinaia di profughi veneti, trentini e friulani che fuggivano dalle zone di combattimento. Tra loro erano ovviamente numerosi i bambini. Nella primavera del 1916 furono più di trecento (!) i minori di quattordici anni che trovarono sotto il Mucrone un piatto caldo, abiti nuovi e una lavagna su cui imparare un po’ di tranquillità nella loro infanzia sconvolta. Molti di loro furono anche cresimati al cospetto della Madonna Nera, con l’industriale cav. Antonio Vaciago e consorte Maria Boglietti a fare da padrino e madrina. Naturalmente non fu possibile offrire un’educazione e un percorso didattico vicino alla normalità a tanti piccoli sfollati senza che il Santuario di Oropa si dotasse di altre insegnanti. Dalle foto d’epoca si evince che le maestre dovettero essere almeno una mezza dozzina e proprio nel 1916 fu assunta la prima docente suora a cui veniva corrisposta un’annualità di 500 lire.

Ma dove si trovava la scuola? Le aule destinate alla didattica

Passata la tempesta l’aria a Oropa ridivenne tersa e la scuola, guidata da suor Agnese (al secolo Teresina Bertagna), tornò ad essere “un tipo di scuola speciale, tutto suo proprio che da Maria prende ispirazione e vita. È piccola, linda, allegra; nulla sa dell’irrequietezza e del chiasso delle altre scuole“. Ma dove si trovava esattamente la scuola? Per il primo periodo le aule (un paio, non di più) furono ospitate nella galleria di San Gioacchino, alla sinistra della Basilica Antica, poi si pensò di adattare ad aula una delle sale dette “della Dottrina” (intorno al 1964), ma probabilmente non se ne fece nulla, infine le lezioni si tenevano dove attualmente sono ubicati gli uffici dell’Amministrazione del Santuario e ultimamente anche dove oggi si trova l’Accoglienza, a destra dei grandi cancelli. È però assai probabile che, specie in momenti di attività straordinaria (come, ad esempio, per l’ospitalità ai profughi del Triveneto), la sede della scuola sia stata ancora diversa. E non mancano periodi per i quali non si sono conservate testimonianze documentarie precise.

La scuola di Oropa tra le due Guerre

Durante il periodo di insegnamento di suor Agnese (1923-1935) la scuola di Oropa subì nel suo assetto alcune modifiche. L’istituzione fu fino ad allora di carattere privato, ma dal 1931 cominciò ad essere sussidiata dal Comune di Biella. Il contributo comunale, retroattivo al 1928 e corrispondente a circa 1500 lire l’anno, segnò di fatto una sorta di adozione da parte del Comune di Biella che impedì alla scuola di Oropa di accedere, almeno per quegli anni, a ulteriori finanziamenti statali o regionali. Dal punto di vista didattico invece la scuola d’infanzia e le tre classi elementari dipendevano dalle Scuole comunali di via Arnulfo a Biella anche se, almeno dal 1924, non erano necessari commissari esterni per lo svolgimento degli esami. Nel 1936 vi fu un ulteriore cambiamento. Mentre suor Agnese lasciava il posto a Elidia Vallebillia, ossia suor Tarcisia (come suor Agnese anche lei una suora di San Giuseppe di Torino), l’Opera Nazionale Balilla assumeva la gestione della scuola che fu riclassificata come “Scuola Rurale”. Le prime tre classi furono perciò affidate ad un maestro proveniente da Cravagliana con l’intento di somministrare anche a Oropa un po’ di “libro e moschetto” secondo i dettami del Regime. La quarta e la quinta, ufficialmente istituite in quel periodo, restarono ad ordinamento privato e furono destinate alla suddetta maestra Elidia altrimenti disoccupata.

Gli anni del secondo dopoguerra

Nel Dopoguerra la scuola di Oropa divenne statale. Per l’annata 1961-1962 fu chiamata al santuario Anita Gaia Maretta, per tutti la maestra Berchi, che tenne i dieci scolari complessivi delle cinque classi in un’unica aula (in una delle sale che oggi ospitano gli uffici amministrativi). La mamma dell’attuale rettore, Don Michele Berchi, ricorda la stufa che ognuno contribuiva ad alimentare portando da casa un pezzo di legno, e rammenta alcuni di quei bambini che preferivano di gran lunga avere a che fare con il bestiame piuttosto che con il sillabario. Nel settembre del 1964 gli amministratori delegati proposero al Provveditore agli Studi di Vercelli, prof. Mario Concilio, di nominare maestro il collegiale don Antonio Guido Canova. L’allora cinquantasettenne sacerdote avrebbe rappresentato una specie di ritorno alle origini per la scuola di Oropa, ma il posto non era vacante. Nella lettera gli amministratori e il rettore, can. Mario Trompetto, chiesero espressamente se fosse possibile destinare l’insegnante di ruolo ad altro incarico in virtù del fatto che avrebbero visto “molto volentieri quale maestro alla scuola di Oropa un sacerdote e ciò anche in considerazione che la Scuola è in un Santuario“. La candidatura di don Canova non venne però accettata e, il primo ottobre 1964, la pluriclasse di Oropa che contava circa venti alunni fu affidata alle cure della nuova maestra, signora Gerboni che, a detta del citato canonico Trompetto, “viene qui in fama di ottima insegnante e gli inizi lo confermano“.

Gli anni Settanta e la chiusura della scuola nel 1978

Nel 1971 gli alunni della scuola del Santuario di Oropa erano ancora una quindicina, malgrado lo spopolamento montano e le maggiori possibilità di raggiungere comodamente il piano per frequentare le scuole facessero già sentire i loro effetti. La nuova maestra era la signorina Bruna Deallegri di Biella. Ormai però il destino della scuola di Oropa era segnato. Come era accaduto a istituzioni simili in altre zone montane del Biellese, le classi oropensi andavano verso la chiusura. Nel 1978 1’Amministrazione del Santuario richiedeva ancora che fosse versata la quota di sussidio a carico del Comune di Biella per l’anno precedente e nel 1979 le aule di Oropa furono designate quali sedi di seggio elettorale per un referendum, ma l’attività didattica era già stata sospesa. Nell’ottobre del 1978, infatti, l’allora Rettore del Santuario, canonico Saino, con un breve trafiletto sull’Eco del Santuario accomiatava la secolare scuola di Oropa che si era ridotta a quattro scolaretti destinati perciò a scendere al Favaro.

Un secolo, dunque, di scuole ad Oropa. Molti allievi, alcuni degli ultimi che ancora oggi vivono o lavorano al Santuario, hanno scoperto il sillabario e hanno usato le dita per contare su quei banchi, in quelle aule, con tutta la specialità che l’ambiente disagevole della montagna conferiva all’andare a scuola lassù. Quando Oropa era una popolosa frazione, anzi un piccolo e singolare “paese” fatto di porticati e cascine, di negozi e di faggete, di folle più o meno oranti e di nebbiosi silenzi, i figli degli alpigiani e dei commercianti, del medico e degli operai, dei ristoratori e delle guardie, animavano la scuola di Oropa.

A cura di Danilo Craveia, archivista del Santuario di Oropa

I documenti, le raccolte dell’Eco del Santuario di Oropa e le immagini riprodotte provengono dall’Archivio Storico o dalla Biblioteca del Santuario di Oropa. Un ringraziamento per l’aiuto nelle ricerche a Mario Coda, bibliotecario del Santuario

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